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Matasci Vini

05/03/2025
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Le donne di Matasci Vini:
passione, competenza e innovazione

Marzo è il mese in cui si celebra la Giornata Internazionale della Donna, un'occasione speciale per 

dare spazio a figure femminili che con passione e dedizione contribuiscono a rendere unica l'azienda Matasci Vini. 

Donne con ruoli chiave, ognuna con la propria storia, esperienza e visione. 

Vi presentiamo quattro professioniste che incarnano al meglio la tradizione e l'innovazione della storica azienda Matasci. 
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Fabiana Matasci, titolare, enologa             

Biografia

Laureata in ingegneria alimentare all’ETH di Zurigo nel 1986, Fabiana Matasci ha sempre nutrito una forte passione per l’enologia, tanto da scegliere questa disciplina come materia facoltativa. Dopo vari stage in cantine svizzere e francesi, tra cui l’INRA di Beaune e una cantina in Borgogna, entra in azienda nel 1989, dapprima come enologa e poi con responsabilità più ampie, che includono logistica, gestione del personale

e contabilità di cantina.

 

 

Creare un vino richiede pazienza, dedizione e tanta cura per i dettagli. 

Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato e cosa ti ha insegnato?

Creare un vino nuovo è sempre una sfida. Inizia con l’individuare le uve che potrebbero essere valorizzate. Questo può accadere visitando vigneti o, come mi è capitato più volte, provando un “colpo di fulmine” nel vedere uve consegnate durante la vendemmia e sentendo il desiderio di vinificarle separatamente. Se il risultato conferma il potenziale intuito, si crea o si consolida il contatto con il viticoltore per avviare una collaborazione più stretta. Per me, la vera sfida sta nel creare un vino che rispetti le caratteristiche delle uve, senza forzature per adattarlo ai gusti o alle mode del momento.

 

Dietro ogni vino c’è un equilibrio perfetto tra tecnica e intuizione. 

C’è stato un momento in cui hai dovuto fidarti del tuo istinto più che della scienza?

La scienza pone basi e conoscenze imprescindibili per evitare errori. Tuttavia, lavoriamo con un prodotto della natura che, per sua stessa natura, non è mai uguale di anno in anno. Qui entra in gioco l’intuito, soprattutto durante la vinificazione, la fase più delicata in cui bisogna capire come sfruttare al massimo il potenziale di ogni annata e delle varie partite di uve. Il vino va poi seguito per parecchi mesi attraverso degustazioni: le analisi chimiche forniscono solo dati, ma è il nostro palato a guidarci nelle decisioni. 

E nel dubbio… ci si affida all’intuito.

 

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Paola Maran-Matasci,  
titolare, responsabile marketing              

Biografia

Diplomata all’Accademia di Brera, entra in azienda nel 2003 su richiesta del padre Mario, che le trasmette le sue competenze di marketing. 

Da lui apprende l’importanza dell’intuito e dell’intelligenza emotiva nella gestione aziendale. Ha vissuto un doppio passaggio generazionale e oggi

è orgogliosa di aver gettato le basi per un team direzionale efficiente e motivato.

 

 

Far conoscere e apprezzare un vino significa trovare il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione. 

Qual è stata la sfida più stimolante che hai affrontato?

Consumo e gusti nei confronti del vino subiscono sempre delle oscillazioni. La grande sfida consiste nella capacità di rinnovarsi adeguandosi al mercato, ma facendo leva sui valori della nostra storia di azienda familiare, che ci contraddistinguono e ci rendono unici. Una delle sfide più stimolanti in veste di responsabile marketing è stata la conduzione del restyling del brand in aperta condivisione con il team direzionale, ascoltando e traducendo sensibilità e competenze diverse per creare qualcosa di unico e innovativo, ma autenticamente Matasci. Ora saranno i clienti a giudicare questo nostro lavoro di rinnovamento, che si sta estendendo a tutti i settori dell’azienda: dalla produzione alla logistica, dalla consulenza all’accoglienza. Un lavoro impegnativo ma estremamente gratificante, che ha puntato sulla valorizzazione delle persone e attinto alle loro competenze.

 

Un’etichetta non è solo un dettaglio estetico, ma il primo contatto tra il vino e chi lo sceglie. 

Qual è stata la sfida più grande nel creare l’etichetta perfetta per un vino Matasci?

Il nuovo restyling dell’immagine aziendale ci ha portato a ripensare anche alcuni progetti relativi al packaging del vino. In un contesto in cui migliaia di etichette appaiono annualmente sul mercato, la grande sfida è riuscire a distinguersi. Abbiamo trovato soluzioni grafiche dopo una lunga riflessione sui nostri valori aziendali, che da decenni creano un autentico parallelismo tra vino e arte. Questo binomio, attuale e affascinante, ci ha ispirato diventando il fil rouge delle nuove linee di vini Enoteca e Selezione d’Ottobre, oltre a una nuova linea che lanceremo a maggio. Tutte da scoprire.

 

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Luana Ramelli,  
Sommelière, responsabile Wine Store             

Biografia

Originaria di Minusio, Luana Ramelli ha un percorso formativo e professionale internazionale. Dopo studi in commercio e scuola magistrale, ha lavorato in alberghi e ristoranti di lusso, con esperienze a St. Moritz, Zermatt, Barcellona e su uno yacht privato in Italia. Ha viaggiato in America Centrale e Thailandia e fatto volontariato in Argentina. 

Questo background le ha dato un approccio aperto e flessibile, che applica nel Wine Store di Matasci.

 

 

Quali consigli daresti a chi vuole diventare sommelier e quali caratteristiche sono fondamentali?

Il mondo della sommelerie è affascinante e variegato, spaziando dalla geografia all’enologia fino al contatto umano. È un settore in continua trasformazione, che non annoia mai. Il mio consiglio è di non lasciarsi intimidire: nessuno nasce formato. Serve tanta curiosità, voglia di sperimentare e una formazione continua. Un buon sommelier deve essere senza pregiudizi, perché il valore di un vino non dipende solo dal prezzo. Viaggiare aiuta ad ampliare la mente e accogliere nuove idee. Inoltre, assaggiare il più possibile è essenziale: ogni degustazione arricchisce la memoria sensoriale e permette di costruire un proprio glossario, strumenti indispensabili per eccellere in questa professione.

 

Come cambierà il modo di comunicare il vino nel futuro?

Il cambiamento è già in atto, grazie ai social, dove sempre più persone parlano di vino in modo diretto e comprensibile, dimostrando che non serve essere professionisti per apprezzarlo. Questi influencer, seguitissimi, aiutano i consumatori a orientarsi tra le tante etichette, rendendo il vino più accessibile. È vero che spesso manca loro una formazione approfondita, ma non è detto che un professionista abbia sempre tutte le risposte. Meglio una comunicazione diffusa e diversificata, che rende il vino più popolare e vicino alle persone, piuttosto che un sapere ristretto a pochi esperti.

 

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Arianna Livio,  
responsabile comunicazione             

Biografia

Originaria del Mendrisiotto, da 20 anni unisce strategia e creatività nella comunicazione. Dopo una formazione commerciale e 15 anni come consulente bancaria in Ticino e in Svizzera interna, ha coordinato per 13 anni un magazine dedicato all’horeca e organizzato eventi F&B. Dal 2013 lavora come consulente nella comunicazione, con un focus sempre più forte su copywriting e PR. Ha collaborato con agenzie creative e di marketing digitale, riviste food & beverage, oltre che nei settori fieristico, dell'aviazione e sociale. Oggi racconta con passione la storia di Matasci Vini.

 

Qual è l’elemento chiave per costruire un brand solido nel mondo del vino?
ll brand è l’anima di un’azienda, il legame che la unisce al futuro. Nel mondo del vino, la vera forza nasce dall’autenticità: non serve rincorrere mode o competitor, ma valorizzare la propria storia, il territorio e le persone che ne fanno parte. Il segreto è essere la versione più sincera e appassionata di sé, comunicando con coerenza i propri valori e coinvolgendo tutti, dalla vigna alla rete vendita. Un vino non è solo un prodotto, è emozione, racconto, esperienza.

 

Come si comunica un brand vinicolo in modo efficace?
Comunicare il vino è come raccontare una bella storia: deve essere chiara, coinvolgente e autentica. Ogni canale, dalle etichette ai social, dal punto vendita al sito web, deve trasmettere la stessa essenza. Il marketing non è fatto di strategie vuote, ma di messaggi che parlano al cuore delle persone. La creatività è la chiave, la distinzione è l’obiettivo: un vino si sceglie non solo per il gusto, ma per la sensazione di appartenenza e bellezza che sa regalare.

 

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