Cantina Ratti e il concetto di cru nel Barolo
Renato Ratti porta nelle Langhe una serie di innovazioni che segneranno un cambio di rotta per tutto il comparto: l’introduzione del concetto di cru, la riduzione dei tempi di fermentazione e macerazione, l’importanza dell’affinamento in bottiglia e la valorizzazione delle singole sottozone.
Tra le sue intuizioni più importanti ci sono il recupero della bottiglia Albeisa, la creazione della prima mappa delle sottozone storiche del Barolo e Barbaresco, e la fondazione nel 1970 di un Museo del Vino dedicato alla cultura enologica del territorio.
Ratti non fu solo un enologo. Fu anche un divulgatore, scrittore e promotore della qualità del vino piemontese in Italia e all’estero, contribuendo alla diffusione della cultura del Barolo in un periodo in cui non era ancora conosciuto su scala globale.
L’eredità continua con Pietro Ratti
Alla sua scomparsa nel 1988, l’eredità di Renato viene raccolta dal figlio Pietro Ratti, che prosegue il progetto di famiglia unendo visione contemporanea e rispetto per la tradizione.
Nel 2005 viene realizzata una nuova cantina a La Morra: moderna, sostenibile, perfettamente integrata nel paesaggio, pensata per ottimizzare ogni fase della vinificazione e preservare al massimo la qualità del prodotto. È un esempio di architettura enologica al servizio del territorio.
Oggi, i vigneti storici di Marcenasco, Conca e Rocche dell’Annunziata rappresentano il cuore della produzione, affiancati da appezzamenti nelle zone più vocate delle Langhe. I vini di Cantina Ratti esprimono con finezza l’identità del Nebbiolo e la complessità del terroir.
La nuova cantina di La Morra e i grandi vini delle Langhe
La nuova sede di Cantina Ratti è stata progettata per rispettare il ciclo naturale dell’uva: l’architettura segue il principio del “gravity flow”, che permette di vinificare senza pompe, utilizzando la gravità per spostare uve e mosto delicatamente, nel pieno rispetto della materia prima.
Accanto agli spazi produttivi si trovano ambienti dedicati all’affinamento, alla degustazione e alla memoria storica della cantina, con un museo rinnovato che racconta il percorso visionario di Renato Ratti e l’evoluzione del Barolo.
La gamma di vini è ampia e coerente: Barolo Marcenasco DOCG, Conca, Rocche, accanto a Nebbiolo, Barbera, Dolcetto e bianchi piemontesi. Ogni etichetta riflette una scelta precisa: raccontare il territorio con eleganza, precisione e autenticità.