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Intervista a Luca Ferrara, mastro birraio delle Verzasca Beer

Intervista a Luca Ferrara, mastro birraio delle Verzasca Beer

Matasci Fratelli |

Quando il mondo del vino e della birra si uniscono, nascono cose straordinarie. Ne è un esempio la collaborazione di Matasci Vini con Luca Ferrara di Rud Bir Gordola, dalla quale sono nate 3 birre artigianali, le Verzasca Beer, davvero speciali. Scoprite di più nella nostra intervista.

Luca, come sei diventato un mastro birraio? Qual è stata la tua ispirazione e il tuo percorso?

Sono un chimico di formazione e fin da subito sono stato affascinato dalla scienza delle fermentazioni. Ho iniziato a produrre le mie birre a casa nel 1991, poi ho seguito corsi di approfondimento e ho iniziato a sperimentare in modo consapevole. Nel 2013 ho fondato Rud Bir e, ad oggi, la mia azienda ha subito tre ampliamenti di sede. Attualmente produciamo nelle campagne di Gordola con sistemi isobarici e un impianto di ammostamento ad infusione inglese, unico nel suo genere in Ticino.

Come è nata l’idea di creare le Verzasca Beer in collaborazione con Matasci Vini?

L’idea di aggiungere del mosto di vino a un mosto di birra fa parte delle sperimentazioni che amo. Credo molto in una rete commerciale e territoriale, quindi il passo è stato breve. Una IGA creata con del mosto d’uva ticinese rappresenta una realtà brassicola locale e innovativa che è piaciuta subito al team Matasci.

Cos’è esattamente una birra IGA e cosa la rende così speciale?

IGA è l’acronimo di Italian Grape Ale, uno stile di birra in cui viene aggiunta una percentuale di mosto d’uva durante la fermentazione. Questa aggiunta conferisce un significativo apporto in aroma e colore alla birra, rendendola unica nel suo genere. L’utilizzo di mosti provenienti da uve diverse, come il Merlot e l’Americana, permette di ottenere bouquet ricercati e “ibridi” inconsueti.

Prima di produrre “la tua prima IGA”, quali altre birre a base di uva avevi provato e che idea ti eri fatto su questa tipologia di birra?

Fin dal primo assaggio di IGA italiane, in particolare quelle provenienti dalla Sardegna, sono rimasto sorpreso e affascinato da questo incontro di due mondi apparentemente con pochi punti in comune. È stato amore a prima degustazione!

Quali tendenze o innovazioni prevedi per il futuro dell’industria della birra?

Il mondo della birra è in costante evoluzione e il limite delle nuove produzioni potrebbe essere solo la fantasia. Guardando al futuro, vedo birre sempre più nostrane e genuine, che riporteranno la birra locale all’importanza che si è persa negli scorsi decenni. In Ticino esiste una malteria, ci sono coltivazioni di luppolo e l’acqua, che costituisce circa il 70% del prodotto birra, è sempre di altissima qualità.

Siamo curiosi… delle tre birre prodotte con Matasci, quale preferisci e perché?

È sempre difficile per un appassionato definire “la sua preferita”. Nel mio caso, dipende da cosa mangio insieme alla birra, dall’orario della degustazione e dal mood della giornata. Tuttavia, posso dire che la IGA con mosto di uva americana sviluppa dei sentori al naso e in bocca che la rendono molto apprezzabile per me.

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